Siwa si trova a 60 km dalla Libia e a 600 dal Cairo. E’ un’oasi berbera, dove si mangia ancora la carne di capra cotta sotto la sabbia, dove la palma da dattero è sinonimo di vita: è cibo per uomini e animali, materiale edile, materia prima per l’artigianato. Consapevole dell’importanza di questa produzione per la popolazione locale e per l’ecosistema dell’oasi, la Fondazione Slow Food, in collaborazione con lo SCDEC (Siwa Community Development Environmental Conservation) e con il progetto di commercio equo e solidale Macondo – Scambi Sostenibili, ha creato nel 2006 il Presidio dei datteri di Siwa, progetto che ha come obiettivo la salvaguardia delle antiche varietà, fresche, morbide e dolci, ormai in via d’estinzione perchè adatte solo al consumo fresco, un fattore penalizzante sul mercato. Negli anni i coltivatori hanno quindi privilegiato la coltivazione di altre varietà. Di questo passo si perderà una buona parte della biodiversità dell’oasi e molti ottimi datteri. Slow Food, con il sostegno di Scambi Sostenibili e Macondo Commercio Solidale, che segue i produttori dell’oasi sia nella coltivazione che nell’esportazione dei prodotti dell’oasi secondo principi di sviluppo equo e solidale, ha avviato un progetto ambizioso: recuperare le varietà più antiche e di alta qualità e stimolare i raccoglitori locali a gestire direttamente, in modo autonomo, tutto il processo di essiccamento e confezionamento, per ottenere datteri di qualità elevata e costante.
Trovate i datteri di Siwa nella bottega del mondo della vostra città (per individuarla cercatela qui)
Per approfondire potete scaricare la scheda (in pdf) del progetto datteri di Siwa