Sandblasting o sabbiatura è una tecnica utilizzata per dare al jeans un look usurato e sbiancato. Purtroppo però non usura solo il tessuto, ma anche i polmoni di chi la realizza: gli operatori di questa tecnica, che lavorano nei paesi in cui molti dei nostri abiti sono prodotti – come il Bangladesh, la Cina, il Messico, l’Egitto – contraggono una forma acuta di silicosi spesso letale. Il processo prevede che i lavoratori sparino la sabbia ad alta pressione verso i jeans. La polvere entra poi nell’ambiente, esponendo i lavoratori alla silice, che provoca la silicosi nei polmoni. Alla fine, i lavoratori muoiono perché non riescono a respirare più correttamente. Non c’è cura conosciuta. Nel 2010 la Campagna Abiti Puliti, a cui abbiamo aderito anche noi di altraQualità, ha portato questa situazione alla cronaca e ha iniziato un movimento di protesta contro quei marchi che usano questa tecnica. Dall’inizio della campagna produttori come Benetton, Bestseller, Burberry, C&A, Carrera Jeans, Charles Vögele, Esprit, Gucci, H&M, Levi-Strauss & Co., Mango, Metro , New Look, Pepe Jeans e Replay hanno via via annunciato la messa al bando del sandblasting dai loro stabilimenti. Ora anche Versace – dopo molti mesi di silenzio e un tentativo di bloccare la campagna inibendo i commenti dei sostenitori di Clean Clothes sulla popria pagina facebook- ha deciso di unirsi agli altri marchi ed eliminare la tecnica monitorando la catena dei propri fornitori.
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