Nemmeno a farlo apposta, nell’ultimo post avevamo deciso di raccontare una storia di rinascita che sta avvenendo a Mumbai. Solo poche ore dopo la maximum city si è riempita di terrore e di sangue.
Terrorismo islamico, attacchi all’economia, rapporti tra Pakistan, servizi segreti, le prossime elezioni in India, tantissime sono le componenti di questo evento. “La situazione è complessa -dice Deepak Chopra in una intervista alla CNN sugli attacchi a Mumbai – potrebbe espandersi fino a proporzioni inimmaginabili, perchè è un problema globale che solo un’azione globale potrà risolvere“. Il New York Times mette in relazione gli attacchi con le elezioni del prossimo anno, infatti negli ultimi 4 mesi la più grande democrazia del mondo è stata colpita ben 4 volte. Le accuse del B.J.P, il principale partito di opposizione contro l’atteggiamento troppo superficiale del governo nei confronti del fondamentalismo, vanno lette anche alla luce del complicato panorama politico indiano lacerato dalla lotta tra i partiti che si contendono i voti di musulmani e hindu e che quindi faticano a gestire i rapporti con le fazioni più estreme di entrambe le parti. Le date delle elezioni non sono ancora state decise, ma dovranno avvenire al massimo entro maggio, quando terminerà il suo mandato il primo ministro. Bisognerà vedere se per quella data il B.J.P sarà riuscito a fare leva sul suo piano antiterrorismo, che, seppure trova molto riscontro nelle grandi città, ma non arriva a chi abita le zone rurali e più povere e che viene contestato anche dal Congress Party che ricorda i numerosi attentati durante il periodo di insediamento al governo del B.J.P. Federico Rampini nel suo blog mette in evidenza come l’India sia spesso stata una prova generale per attacchi su più larga scala anche perchè è un simbolo estremamente importante per l’integralismo islamico essendo uno stato laico e democratico e insieme la più grande nazione “islamica”dopo l’Indonesia, con 150 milioni di musulmani . Però lo stesso Rampini in un bellissimo articolo di oggi “La ricchezza nel mirino” sottolinea come al centro dell’attacco ci sia l’India dinamica, aperta al cambiamento, multietnica. Gli attacchi di Mumbai sono un chiaro assalto all’economia indiana in crescita, già preannunciati da quelli a Bangalore e Hyderabad, le due Silicon Valleydell’informatica indiana, sostiene su “The Indu“, l’edizione on line del quotidiano indiano, Rajeev Chandrasekhar, presidente della Federation of Indian Chambers of Commerce and Industry (FICCI). “L’attacco più terribile -scrive ancora Rampini- ha bussato alle porte di Bollywood: vicino alla fabbrica dei sogni, vuole uccidere anche simbolicamente quella speranza indiana che tiene uniti un miliardo di esseri umani.”