Che ci piace sperimentare lo avrete capito, ormai. E anche che amiamo incrociare il nostro lavoro con quello di altre persone e organizzazioni, come l’Ibo nel progetto Navjeet a Mumbai, Equoland, l’Orlo del mondo c tanti altri. Pochi mesi fa abbiamo avuto la possibilità di iniziare un nuovo progetto con un partner inconsueto anche per noi: una sartoria di donne sinti, nata a Ferrara nel 2007 da un progetto dell’Opera Nomadi in collaborazione con la cooperativa sociale Il germoglio e con un finanziamento del Centro Servizi per il Volontariato di Ferrara per l’acquisto delle macchine da cucire.
Da parte nostra c’era l’esigenza di riutilizzare creativamente e in modo utile uno stock di pantaloni in velluto di cotone organico che era stata sbagliata e che avevamo comunque voluto ricevere. Noi avevamo la stoffa, loro idee, macchine da cucire e voglia di mettersi alla prova.
Da questo incrocio è nata una nuova linea di borse (in cotone organico appunto!) e una nuova collaborazione.
Le donne sinti (i nomadi che che da secoli risiedono in Italia) che lavorano in sartoria sono al momento 6, tutte sposate con figli, disoccupate, residenti nel campo nomadi di Ferrara.
Nel 2008 il comune di Ferrara, in collaborazione con l’ASP – Centro Servizi alla persona di Ferrara- ha stanziato delle borse lavoro per le donne frequentanti il “corso” di formazione alla sartoria e il fatto di dare alle donne tutti i mesi un contributo è stato determinante!
La prima partita di borse è appena arrivata e pare piacere molto: le borse sono ben fatte (i modelli li hanno creati loro) e hanno tutti i dettagli in tagua colorata. Noi siamo molto conenti, voi che ne dite?