Lilliana e Monica Otalora sono sorelle, designer e imprenditrici di Bogotà. Sulla passione per il ferro hanno costruito Oxidos, una azienda etica ed equa che realizza piccole e grandi oggetti di design artigianale. Quando sono venute a Ferrara insieme a Ana Maria e Javier di Piel Acida ne abbiamo approfittato per conoscerle e fare loro qualche domanda sulla storia di Oxidos e le tecniche produttive.
Lilliana, come è nata la passione per il ferro?
Dopo la laurea in design industriale, durante uno stage per una azienda petrolifera ho realizzato dei modellini in metallo per spiegare come avveniva il processo produttivo della benzina, dall’estrazione alla raffinazione. Creare questi piccoli prototipi mi ha entusiasmato e ho iniziato a realizzare altri oggetti in ferro come candelieri, cornici, orologi da muro che esponevo in un bar in cui lavoravo. In poco tempo queste mie creazioni venivano vendute e continuavano ad essere richieste: perché non farne un lavoro? Così ho iniziato a produrre più oggetti e a venderli nei mercati locali. Da sola era sempre più difficile mantenere una produzione, per quanto piccola, costante. I primi ad aiutarmi furono i miei famigliari: facevamo tutto noi. Monica, mia sorella che ora è l’altra anima di Oxidos, si stava laureando anche lei in design industriale e già allora seguiva le fasi della colorazione. Poi mia madre, gli altri fratelli, ognuno dava una mano come poteva, chi per la lavorazione, chi per gli imballaggi. La mano esperta che cercavo l’ho trovata in un quartiere artigiano di Bogotà: ho “riconvertito” alla produzione delle mie creazioni un bravo fabbro abituato a fare più cancelli che candelabri!
Con il suo supporto ho deciso di partecipare ad Espoartesanias, la più grande fiera artigiana della Colombia. La svolta, senza dubbio.
Perché? Cosa è successo?
Ad Espoartesanias ho incontrato il primo cliente veramente importante. Un americano che lavorava per una catena di negozi per la casa e gli articoli da regalo. Rimase così colpito dalle mie produzioni che fece subito un ordine consistente. Il primo di tanti. Divenne inevitabile in quel momento creare una vera e propria azienda. Così è nato formalmente Oxidos. La seconda svolta è stata la partecipazione ad Ambiente, una importante fiera a Francoforte, decisa grazie all’aiuto di Piel Acida. Conoscere il mercato europeo ci ha permesso di svincolarci dal rapporto con quel primo cliente americano che iniziava a darci molti problemi. I prezzi infatti, per via della concorrenza cinese, venivano continuamente discussi e ribassati. La situazione stava diventando insostenibile.
Come è cambiata la produzione dopo l’incontro con l’Europa?
Il confronto è stato importante, ci ha permesso di scoprire un altro gusto, un altro modo di concepire il design, in tutto il processo produttivo , dal disegno all’imballaggio. L’attenzione per l’ambiente e per il riciclaggio è nata dall’incontro con i tedeschi ad esempio. Così abbiamo iniziato a fare più attenzione ai materiali, alle tecniche, agli imballaggi. Cerchiamo di limitare il più possibile l’impatto ambientale di ogni fase della produzione: tutta l’acqua utilizzata per favorire l’ossidazione viene depurata, usata più e più volte, perchè non ci siano sprechi, il sapone è biodegradabile, gli imballaggi tutti in cartone, senza plastica.
Per ora ci fermiamo qui, nel prossimo post Lilliana ci racconterà di come hanno conosciuto il commercio equo e descriverà il processo produttivo.