“Io sono nato quella notte”: la notte in cui la fabbrica della Kampani ha vomitato sulla popolazione di Khaufpur (leggi Bhopal) tutti i suoi veleni, la notte “a cui nessuno vuole pensare, ma che nessuno può dimenticare”, la notte che non è mai finita, che continua nell’acqua, nel sangue infetto, nei polmoni malati della gente di Khaufpur. Animal ha 19 anni e quella notte gli ha dato la vita, ma gli ha rubato madre, padre e una schiena diritta. Detta così potrebbe sembrare una storia buia, tragica, ma Animal non glielo permette: come ogni adolescente, Animal divora la vita, sogna le donne, combina casini, fa piangere, ma fa anche molto ridere e dopo poche pagine non puoi che volergli un gran bene a questo ragazzaccio che corre a quattro gambe tra le strade di una Khaufpur che cerca giustizia.
Animal, di Indra Sinha* edizioni Neri Pozza.
Da leggere anche la bella recensione di Silvia Merialdo che nel suo prezioso blog parla con passione di letteratura indiana.
*Indra Sinha oltre ad essere uno scrittore, da 15 anni si dedica alla raccolta di fondi per le cure mediche delle vittime di Bhopal.